Il passo del Cebreiro è un’altra delle icone più emblematiche del Camino.
La sua storia risale a tempi molto più antichi del Camino stesso. Sono stati ritrovati reperti preistorici o per lo meno preromani, come le famosissime “Pallonzas”, abitazioni in pietra con il tetto di paglia. Foto 84
Una vecchia e ancora presente via romana lo raggiungeva con una piccola deviazione laterale rispetto al Camino, ma è certamente con il pellegrinaggio a Santiago che il Cebreiro raggiunse la sua fama e importanza,“la porta della Galizia e del cielo”, così veniva e viene chiamato dai veri pellegrini. Foto 86
Il paesino è molto antico, con poche case in pietra, una piazzetta con un paio di ristorantini ed un albergo. Su questa piazzetta, piena di turisti e pellegrini si affaccia il monumento più famoso “la piccola chiesa di Santa Maria la Real”.
In essa è venerata una sua bella statua romanica ma soprattutto è custodito un calice e un piatto d’oro che vengono considerati come una delle versioni del “Sacro Graal”. Alla sua presenza è legata alla leggenda del “Miracolo del Cebreiro”. Foto 85
Nel XV secolo, in una domenica invernale mentre la neve cadeva fitta, il prete stava celebrando la messa alla presenza di un solo contadino e commentava fra sè e sè l’inutilità del sacrificio di quel fedele, che era venuto da un paese vicino sfidando la tormenta, per assistere alla messa. In quel momento il pane e il vino si trasformarono in vera carne e vero sangue (quello che in termini precisi si chiama transustazione).
Il miracolo ebbe un eco grandissimo, tanto che la solita Isabella di Castiglia (mi piace soprannominarla “prezzemolo”), volle donare due ampolle d’oro per conservare il sangue che ora, insieme al calice e al piatto sono esposte alla venerazione dei fedeli.
Il fascino del Cebreiro si avverte però alla sera. Dopo che se ne sono andati tutti, i turisti in macchina, in autobus o con le varie gite organizzate, quando i pochi negozietti hanno ritirato i loro souvenir e le varie paccottiglie, quando anche i veri pellegrini, stanchi, si sono ritirati nei pochi posti a disposizione ed il buio della notte è calato sulle pallonzas e sulla chiesetta, è il momento di fermarsi ad apprezzare la magica atmosfera che impregna questi luoghi.
La nebbia pian piano sfuma tutte le cose, il silenzio è assoluto! Non si sentono nemmeno i rombanti bolidi metallici che poco lontano, sull’autostrada, si infilano nei tunnel che hanno deflorato le sue viscere, come è successo anche al Somport. Come non pensare ai sacrifici di milioni di persone che hanno sofferto, e come il prete del miracolo, come non chiedersi se ne valeva veramente la pena. Foto 87