Lungo il Cammino aragonese si costeggia il bacino artificiale di Jesa (il pantano come lo chiamano gli abitanti). Quasi al suo termine si entra in Navarra e dopo circa 2 Km, si incontra la stradina che porta al monastero di Leyre. Si sale sul versante del lago immersi in una foresta di conifere; ad un certo punto ecco che compare il monastero. Foto 49 Foto 50
Con la sua pietra colorata di caldo giallo, si staglia con un bellissimo contrasto con il verde della sierra. Il monastero è ancora attivo ma non visitabile, mentre si può visitare la cripta e la chiesa soprastante.
Tutto il complesso è molto antico e molto bello; non per niente è adibito al Panteon dei re di Navarra. Foto 50b Foto 50c
Il mio consiglio è quello di pernottare una notte nella parte trasformata in albergo: non solo però pernottare, ma anche cenare; il ristorante infatti è di ottima qualità e riservato solo agli ospiti dell’albergo. Dopo cena, prima di coricarsi, consiglio di soffermarsi all’esterno del monastero. Quando tutti i visitatori se ne sono andati, regna una pace e un silenzio interrotto solo dallo stormire delle foglie mosse dalla fresca brezza che fa dimenticare il caldo della camminata. E’ un posto incantato.
Viene subito in mente la leggenda dell’abate e dell’usignolo: si racconta che tanti secoli fa l’abate del monastero (Virila) uscì e si arrampicò sulla sierra per andare ad una fonte (ancora esistente). Quando arrivò, si fermò per dissetarsi, riposare e meditare. Sentì un usignolo cantare e fu ammaliato da quel canto tanto che continuò ad ascoltarlo fino a perdere la nozione del tempo. Quando si rese conto di aver trascorso troppo tempo, scese per tornare al suo monastero. Trovò la porta chiusa e bussò, ma il monaco che venne ad aprire non lo riconobbe. Si sforzò per fargli capire che lui era l’abate, ma quando disse di chiamarsi Virila i monaci rimasero stupefatti perché quello era il nome di un abate vissuto molto, molto tempo prima che si era perso nella sierra e non era più tornato!