Kormolas
È un dolce natalizio goano, che richiede un po’ di tempo per essere preparato. Farina, uova , latte di cocco e zucchero vengono mescolati insieme fino ad ottenere una pasta morbida che va fatta riposare per circa un’ ora. Una volta stesa , la pasta viene tagliata in quadratini poi arricciati e fritti lentamente per ottenere una croccantezza piacevole. Possono essere paragonati alle nostre chiacchiere di Carnevale . Gli ingredienti base sono in comune , tranne il latte di cocco che noi sostituiamo con il latte normale , non essendo questo straordinario derivato dal cocco presente nelle nostre tavole.
Baath
È una torta al cocco semplicissima , tipica del Goa . Gli ingredienti sono uova , farina , lievito e semolino , miscelati tra di loro . È un po’ come la nostra torta della nonna , o la torta paradiso, buona , nutriente , ma a mio parere con un difetto . Non avendo al suo interno creme o marmellate , risulta asciutta se servita a fine pasto , perfetta invece per colazione o per un te’.
Nankhatai
Sono una specie di frollini , adatti per accompagnare il the. Si compongono di pochissimi ingredienti e facilissimi da fare. Bisogna sbattere il burro a temperatura ambiente con lo zucchero , aggiungere il semolino , aromatizzare con un pizzico di noce moscata ed incorporare una generosa dose di cardamomo grattugiato. Formare delle palline , schiacciarle al centro per accogliere la granella di pistacchi. Infornare e servire non subito per dar modo al frollino di solidificarsi.
Bolhinas
Dolcetti o meglio biscotti tipici della cucina Goana , fatti di cocco e di rawa, cioè semolino tostato che serve da addensante. Dunque dopo aver sbattuto il ghee ( burro chiarificato ) con lo zucchero , incorporare le uova , il cocco grattugiato e il semolino fino a raggiungere la consistenza desiderata . A questo punto formare delle palline , appiattirle e con la punta di un coltello fare delle incisioni a piacimento. Infornare i biscotti fino alla doratura desiderata . Se preferite dei biscotti più morbidi , aggiungete del lievito in polvere.
Doce
Doce de Grao è un dolce tipico di Goa , servito in occasioni speciali , tipo matrimoni o Natale , insieme ad altre specialità a formare il Kuswar. Questa è una ricetta semplicissima a base di cocco grattugiato e lavorato fino ad ottenere una pasta liscia e grano ammollato. Mettere i due ingredienti in una padella insieme al burro chiarificato e zucchero. Dopo circa 30 minuti , il composto dovrebbe staccarsi dalla padella fino a formare una palla. A questo punto non resta che formare dei rombi o quadrati o rettangoli o qualsiasi altra forma fantasiosa.
Neuries
Sono dei dolcetti ripieni di cocco, uvetta , semi di papavero e di cardamomo amalgamati insieme da burro chiarificato , zucchero ed acqua. L ‘ involucro deve essere croccante una volta fritto. Perciò è necessario impastare farina , semolino , burro chiarificato in maniera tale da risultare un prodotto simile al pangrattato. Aggiungere poi acqua calda poco per volta fino ad avere una pasta con cui è possibile formare delle palline . Stendere poi le palline , riempirle con il ripieno una volta levato dal fuoco e raffreddato , friggere e mettere da parte.
Kidyo
Kidyo o Kulkuls , nome probabilmente derivato dal portoghese , sono dei dolcetti natalizi , diffusissimi nello stato del Goa e tra le comunità cattoliche di Mangalore. Visivamente sembrano i nostri gnocchi e in effetti per dar loro questa forma i Goani usano la forchetta. In una ciotola mescolare farina e lievito . Aggiungere poco per volta prima il burro poi le uova e per ultimo lo zucchero al velo ed il latte di cocco. Bisogna ottenere un impasto morbido ma non troppo , in maniera tale che si possano formare delle palline da trasformare in gnocchi. Una volta fritti nell ‘ olio bollente ed asciugati su carta assorbente, si immergono in un ipercalorico sciroppo di zucchero. I grandi chef dicono che la pasticceria è precisione e che bisogna pesare tutto. Ma siccome io non sono una grande chef, faccio tutto ad occhio , come fanno anche in India . Non ho mai visto una bilancia ! Immagino che nei grandi ristoranti stellati ci siano tutte le attrezzature necessarie per una cucina perfetta . Ma chi va in India per capirne la vera essenza ed assaporare i veri gusti deve mangiare non nei ristoranti internazionali ma deve frequentare i posti affollati dai locali .
Perada
Questo dolce è chiamato anche Guava cheese. Io direi piuttosto che si tratta di una marmellata a base di guava , frutto tropicale che una volta aperto può ricordare la polpa dell’ anguria ma dal gusto più dolciastro e burroso. Una volta estratta la polpa , si fa bollire , così come i suoi semi. Si passa polpa e semi al setaccio per poi mettere il tutto in padella con zucchero, limone o lime , burro e colorante rosso cocciniglia. Quando il tutto si staccherà dalla padella , la Perada è pronta per essere distesa. Una volta raffreddata , la si può servire in quadrati , rombi , rettangoli.
Kuswar
Kuswar o Kuswad , termine derivato dal portoghese consoada , è un mix dì snack e dolcetti , che la tradizione dei cattolici di Goa e dei cattolici di Mangalore vuole che siano il principe delle tavole natalizie. Il kuswad di Goa è diverso da quello di Mangalore nel Karnataka, anche se i due stati non sono poi così lontani. Ma l ‘ India è così. Come vi sono mille ricette del masala, così un piatto apparentemente uguale diventa unico . Dunque elencherò i componenti dei due Kuswar per poi spiegare singolarmente le ricette con relative foto. Kuswar di Goa : Perada , Kidyo , Neuero , Bebinca , Doce , Marzapane, Bolhina , Nankatais , Baath , Kormolas , Pinarg , Mango Miskut , Tuelinnas , Dodol. Kuswar di Mangalore : Neuero , Kulkuls o Kidyo , Pathekas , Laadus , Amaretti , Biscotti alla rosa , Plum Cake , Mitais , Mandas , Ushae , Pitae , Manni .
Mangia Prega Ama
È un film del 2010 , a mio parere bellissimo , riproposto in questi giorni da Sky. Penso che parecchi di voi lo abbiano già visto , ma rivederlo oggi ha suscitato in me le stesse emozioni di 13 anni fa. Tratto dal libro autobiografico che porta lo stesso nome , narra la storia di una donna alla ricerca di se stessa dopo il fallimento del suo matrimonio. Inizia quindi un viaggio prima a Roma e Napoli dove assapora i piaceri della tavola , poi in India ed infine a Bali. È proprio la seconda tappa girata a Delhi e a Pataudi , città del distretto di Gurgaon in Haryana , dove Liz trascorre tutto il tempo in meditazione, a farla da padrona. I sari di sete impalpabili dai colori sgargianti , le donne che incedono eleganti , i market straripanti di spezie , i templi , i tuc – tuc , i taxi , i clacson , il caos , le mucche che intralciano il traffico : questa è l ‘ India . Dunque Liz , liberatasi dai sensi di colpa , va a Bali . E qui , dopo aver vinto la sua paura di amare di nuovo , deciderà di fermarsi.